Nel ventesimo anniversario di YouTube, è fondamentale celebrare i creator che ne hanno costruito la storia. I The Jackal, con 1,2 milioni di iscritti al canale, sono un esempio italiano straordinario di come la creatività, nata quasi per gioco, possa trasformarsi in un vero e proprio asset di crescita e innovazione.
Oggi, i creator di YouTube rappresentano la chiave per ogni brand che desidera stabilire un dialogo autentico e duraturo con il proprio pubblico. Il 98% dei consumatori, infatti, si fida più dell’opinione dei creator su YouTube rispetto ai social.1
In questa intervista, Ciro Priello, autore e volto storico di The Jackal e Anna Manzo, Head of The Jackal management ci raccontano l’evoluzione di The Jackal e svelano ai marketer i segreti per un branded content di successo.
Elisabetta Taverna: 20 anni di The Jackal, ma anche di YouTube. Ciro, raccontaci come avete iniziato a fare video e perché proprio su YouTube.
Ciro Priello: Abbiamo iniziato a fare video quasi per gioco. Simone, Francesco ed io eravamo un gruppo di ragazzini della provincia di Napoli, non giocavamo a pallone e questo hobby è diventato in poco tempo ciò che ci ha unito, occupando i nostri pomeriggi dopo scuola.
L’arrivo di YouTube in Italia è stato per noi una vera rivoluzione. Prima di allora proiettavamo i nostri contenuti alle Assemblee di Istituto, o li caricavamo su pennette USB che facevamo girare tra gli amici. YouTube è stato il mezzo per condividere per la prima volta, con un pubblico potenzialmente immenso e inaspettatamente vasto, un’esigenza espressiva e creativa che coltivavamo da tempo, nel giardino di Simone con la telecamera rubata a mio padre. Oggi possiamo dire che da lì è iniziato tutto, un vero e proprio crocevia.
Taverna: Com’è cambiato il vostro approccio in questi 20 anni?
Priello: Tutto è stato in continua evoluzione: un mix di esigenze creative, crescita professionale, ma soprattutto evoluzione della piattaforma e richieste di quello che era un mercato in totale costruzione e definizione.
Da video realizzati per gioco, con poco budget e soluzioni produttive improvvisate, abbiamo studiato, provando a migliorare i nostri contenuti puntando l’asticella sempre più in alto.
L’ingresso di The Jackal nel gruppo media Ciaopeople ci ha consentito di strutturarci in ciò che siamo oggi: un’azienda di videoproduzioni a 360°, in cui i contenuti vengono ideati, scritti, prodotti e distribuiti.
L’arrivo dei brand e la specializzazione nella parte di branded entertainment ci ha consentito, nell’arco degli ultimi dieci anni, non solo di realizzare contenuti di impatto e valore ma di strutturarci sempre di più, accogliendo professionisti da tutta Italia che oggi lavorano con noi.
Taverna: Come avete visto cambiare la piattaforma in questi 20 anni?
Priello: Ricordo che l’interfaccia del primo YouTube era molto semplice e l’homepage era molto diversa rispetto ad oggi. Nel corso del tempo abbiamo visto la piattaforma popolarsi di contenuti produttivamente sempre migliori, con un’offerta che si è ampliata a vista d’occhio, su segmenti di pubblico e settori diversi, dai video per bambini, ai podcast, alla musica.
La personalizzazione dell’offerta e la qualità dei contenuti attuali rendono la piattaforma una vetrina di contenuti a 360 °, un vero e proprio polo dell’entertainment.
Guarda il video
In questo video i The Jackal celebrano il raggiungimento di 1 milione di iscritti sul canale YouTube.
Taverna: Quali sono le caratteristiche dell’audience dei The Jackal su YouTube?
Anna Manzo: Potremmo definire il nostro pubblico generalista. Nel corso degli anni si è ampliato, livellandosi sia per genere che per età. Dal 2020 in poi, anno in cui la visibilità dei talent e del collettivo ha iniziato ad ampliarsi, la composizione dell’audience si è distribuita in modo quasi omogeneo tra le fasce più giovani e quelle più mature.
Taverna: Come vi approcciate e come scegliete le partnership con i brand? E come preservate l’identità dei The Jackal quando collaborate con le aziende?
Manzo: Nel corso degli anni abbiamo costruito un universo di valori, condiviso dalla nostra community, che ha formato l’identità The Jackal, definendone il posizionamento. La scelta di un partner commerciale passa da qui, dalla coerenza con ciò in cui crediamo e con la nostra identità.
La collaborazione con un brand non è mai solo lo sviluppo di un brief, ma l’inserimento in modo naturale in un racconto credibile, il cui output finale può essere riconosciuto e apprezzato dalla community. Ecco perché in The Jackal ogni proposta commerciale, prima ancora della presa in carico, è oggetto di uno studio di fattibilità creativa.
La scelta di un partner commerciale passa dalla coerenza con ciò in cui crediamo e con la nostra identità.
Taverna: Avete notato negli anni un cambiamento da parte dei marketer nell’approccio ai creator?
Manzo: C’è stata sicuramente un’evoluzione, in linea con il cambio di scenario. Piattaforme come YouTube hanno offerto uno spazio di visibilità e crescita, il ruolo dei creator si è professionalizzato ed il branded entertainment si è imposto sempre più tra le attività di advertising digitale.
Mentre all’inizio si tendeva ad imporre un’idea ora si è molto più aperti a condividere il brief di campagna affinché la creatività possa essere sviluppata dal talent. Questo consente al creator di comunicare in un modo più fedele al proprio tono di voce, con maggiori opportunità di engagement della campagna, dal momento che il messaggio, seppur promozionale, sarà ben recepito dalla community.
Taverna: Quali consigli dareste ai brand per collaborare con i creator al meglio?
Manzo: Il creator non è solo un attore, ma un media. In quanto tale ne andrebbe rispettata l’identità per valorizzarla al meglio e trarne il miglior beneficio possibile. Il creator è un consulente: conosce il proprio modo di comunicare e la modalità d’ingaggio ottimale per la community. Imporre soluzioni non solo rischia di non valorizzare al meglio l’investimento ma anche di generare un sentiment negativo sull’intera attività una volta online.
Il creator non è solo un attore, ma un media.
Taverna: Quali consigli invece dareste ai giovani creator che vogliono collaborare con i brand oggi?
Manzo: “Una collaborazione commerciale è l’opportunità per raccontare qualcosa che avresti comunque condiviso con la community”. Credo che questa frase riesca a raccogliere tutto: l’invito a restare se stessi, a integrare i brand in una storia conferendo un valore all’attività, a comunicare con la propria community in modo coerente. Questi elementi potrebbero essere un’ottima ricetta per costruire una credibilità pubblicitaria senza smettere di consolidare il proprio posizionamento da creator.
Taverna: Qual è un esempio di una partnership di successo e perché lo è?
Manzo: Nel corso dell’ultimo anno abbiamo attivato una collaborazione continuativa con un brand food italiano. Per promuovere uno dei loro gelati durante l’estate, abbiamo realizzato un contenuto branded content long form, distribuito su YouTube. Si tratta di un corto in cui il racconto sul “diventare grandi” è stato cornice di un momento di convivialità tra amici, in estate, in cui il prodotto è stato inserito in modo naturale e coerente quale dolce pausa sostitutiva del caffè.
Il video ha superato il mezzo milione di views su YouTube, generando un sentiment positivo: la community ha risposto alla call to action inserita nel contenuto e ha apprezzato l’inserimento creativo del brand all’interno del video.
Taverna: Che cosa i brand dovrebbero capire di più dei creator?
Priello: Mi piacerebbe che i brand valorizzassero sempre al meglio il potenziale dei creator, il modo di comunicare, l’approccio alla community. Il legame tra brand e creator è sicuramente bilaterale, perché per entrambi significa sposare i valori e la storia dell’altro, avere fiducia nel modo di comunicare del talent non è scontato ma è sicuramente un punto a favore della buona riuscita della campagna.
Affidarsi ai creator per un branded content di successo
Come addetti ai lavori, siamo portati a pensare che nessuno meglio di noi conosce il nostro brand, l’identità, la personalità, il tono di voce. Ed è così. Ma allo stesso tempo i creator sono i veri detentori della conoscenza delle loro community. Per fare bene branded content oggi serve abbracciare la creatività autentica dei creator, considerandoli non solo come amplificatori di messaggi, ma come veri e propri consulenti strategici.
La loro profonda conoscenza della community e la capacità di integrare i brand in narrazioni credibili rappresentano un’opportunità senza precedenti per costruire connessioni significative e durature con il pubblico.
Affidarsi alla loro identità e al loro tono di voce significa non solo massimizzare l’investimento, ma anche generare un sentiment positivo che va ben oltre la singola campagna. Il futuro del branded content è qui, nella fiducia e nella collaborazione sinergica tra brand e creator.