La scelta di iniziare un percorso di terapia e dedicare spazio e tempo alla psiche è la scelta di dare voce in qualche modo all’invisibile, all’interiorità.
E’ la scelta rivoluzionaria e coraggiosa di fare un viaggio dentro di sé, quindi in un territorio per molti versi ignoto.
Possiamo essere spinti dalla necessità di conoscere noi stessi, oppure dal bisogno e conflitto nel prendere una decisione o più semplicemente da un sintomo che ci tormenta. In ogni caso è l’inizio di un viaggio nelle profondità, quindi metaforicamente nel nostro mondo infero. Lì possiamo trovare parti di noi che non ci aspettavamo, incontrare le fragilità, i “mostri”, ma anche i nostri tesori come indica il nome romano del dio degli inferi, Plutone, che significa appunto il ricco.
La terapia diventa così anche il luogo della scoperta delle nostre risorse, di tutta la ricchezza che non sapevamo di avere. Proprio come suggerisce Hillman, “Plutone rimanda alla ricchezza nascosta, ai tesori dell’invisibile.”
Immagine di Jean Baptiste Camille Corot, "Orfeo conduce Euridice dagli inferi." 1861